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Riflessioni su un Addio Inaspettato

Riflessioni su un Addio Inaspettato

Ho ricevuto la triste notizia della scomparsa improvvisa di un caro amico. Un uomo che ho sempre stimato non solo per la sua imprenditorialità, ma anche per il suo carattere umano. A soli 62 anni, è stato colpito da un infarto fulminante. Questa dolorosa perdita ha scatenato una serie di riflessioni profonde sul significato della nostra esistenza su questa terra.

La vita, spesso così frenetica e preoccupata dai dettami della società, ci trascina in una corsa senza fine verso il possesso, l’accumulo e il potere. Siamo tutti in qualche modo addestrati a partecipare a questo gioco, un “Monopoli” economico in cui sembra che ogni nostro sforzo sia finalizzato a ottenere e accumulare di più. Ci portiamo come criceti su una ruota, in un ciclo di lavoro, guadagno, acquisto e consumo che sembra senza fine, fino a quando la morte ci chiama.

Eppure, la morte di questo amico mi ha fatto riflettere: tutto questo sforzo incessante per cosa? Siamo veramente destinati a passare la nostra intera vita in questa “trance agonistica verso il nulla”, come così saggiamente descritto? Questo triste evento ha fatto emergere una realtà che spesso tendiamo a dimenticare: nasciamo in questo mondo senza nulla e moriamo senza portare via nulla.

Viviamo gran parte della nostra vita impegnati in una lotta per possedere cose che, alla fine, non avremo più. È come se ci stessimo affannando per costruire qualcosa su terreno instabile, sapendo che verrà cancellato. Come ha detto il celebre psicologo Carl Gustav Jung, “L’ipnosi non esiste, tutto è ipnosi”. Siamo incantati da un’illusione di significato nel perseguimento del possesso materiale e del potere.

Tuttavia, c’è una profonda saggezza in questo momento di riflessione. Il nostro passaggio su questa terra è transitorio, eppure abbiamo la tendenza a dimenticarlo troppo spesso. L’accumulo di beni materiali, la ricerca di potere e il perseguimento del successo sono parte di un ciclo illusorio che ci tiene intrappolati. Come possiamo liberarci da questa ipnosi e cercare un significato più autentico?

Forse è il momento di guardare oltre la ruota del criceto. Forse è il momento di esplorare ciò che dà davvero significato alle nostre vite. L’esperienza, l’amore, le relazioni, l’espressione creativa e la connessione con la natura e con noi stessi: queste sono le aree che possono darci un senso profondo di appagamento. Lasciare un’impronta positiva nella vita degli altri, coltivare un’anima compassionevole e nutrire la nostra crescita personale sono aspetti che possono osare un valore autentico al nostro percorso.

La morte del mio amico mi ha fatto capire che la vita è un’opportunità preziosa. Mentre possiamo ancora impegnarci nelle sfide del mondo, non dobbiamo dimenticare che c’è molto di più oltre il ciclo implacabile dell’accumulo e del possesso. È una chiamata a sintonizzarci con ciò che è veramente importante e riscoprire la gioia di vivere in modo autentico.

Questo non significa abbandonare completamente le sfide materiali o professionali. Piuttosto, si tratta di dare loro il giusto posto e di non farci trascinare in modo cieco dalla corrente dell’illusione. È una chiamata a creare un equilibrio tra il mondo esterno e il nostro mondo interiore, riscoprendo la nostra vera essenza e il significato che possiamo donare a noi stessi e agli altri.

La morte ci rammenta che siamo in prestito in questo mondo e che, al di là del “Monopoli” economico, c’è una ricchezza di esperienze, connessioni e scoperte che aspettano di essere colte. Non lasciamoci ingannare dall’illusione dell’accumulo, ma cerchiamo un significato più profondo che possa riempire le nostre vite di autentica gioia e gratitudine.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

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