contro il possesso delle cose

La precarietà del possesso: liberarsi dall'attaccamento alle cose e alle persone

Siamo cresciuti in una società che ci insegna l’attaccamento alle cose materiali e alle persone, a considerarle parte integrante della nostra identità e felicità.

Tuttavia, il filosofo Stilpone, in un dialogo con Demetrio Poliorcete, ci invita a riflettere su un concetto rivoluzionario: Non ho perso nulla; tutti i miei beni sono con me”.

Quest’affermazione pone in luce l’aleatorietà e la precarietà del possesso e dell’attaccamento che ci sono stati inculcati sin dalla nascita, e ci spinge a riconsiderare la nostra relazione con il mondo esterno.

L’esperienza di Stilpone

Stilpone, di fronte alla conquista di Megara e alla perdita dei suoi beni materiali e delle persone care, rivela una profonda saggezza interiore.

Nonostante tutto ciò che gli è stato sottratto, afferma di non aver perso nulla, poiché i suoi veri “beni” non sono legati alle cose esterne, ma risiedono nella sua interiorità.

Stilpone ci invita a considerare che il possesso delle cose e delle persone è effimero e soggetto all’aleatorietà della fortuna. Ciò che veramente conta sono i valori, le virtù e le qualità che risiedono dentro di noi, e che nessuno può strapparci.

La liberazione dall’attaccamento

Spesso cerchiamo di trovare la nostra felicità nel possesso materiale, nell’accumulare ricchezza e nel cercare l’affetto e l’approvazione degli altri.

Tuttavia, queste fonti di felicità sono effimere e soggette al cambiamento e all’incertezza della vita. Se ci attacchiamo a esse, diventiamo vulnerabili alle turbolenze e alle perdite che inevitabilmente si presentano lungo il cammino.

Liberarsi dall’attaccamento non significa disinteressarsi del mondo o diventare indifferenti. Al contrario, significa sviluppare una prospettiva più profonda e consapevole sulle cose e sulle persone che ci circondano.

Significa riconoscere che il vero tesoro risiede nella nostra capacità di amare, di coltivare la gratitudine, di abbracciare la gioia e di nutrire le nostre virtù. Quando ci concentriamo su questi aspetti interiori, troviamo una stabilità che non può essere sconvolta da eventi esterni.

La trascendenza della fortuna

La filosofia di Stilpone ci invita anche a superare la condizionata dipendenza dalla fortuna. Il destino può portarci beni materiali, ma può anche privarcene. Può farci incontrare persone meravigliose, ma può anche separarci da loro.

Tuttavia, la nostra capacità di coltivare l’integrità, la saggezza, l’amore e la gioia è indipendente da questi eventi. Possiamo abbracciare la precarietà del possesso e dell’attaccamento, riconoscendo che ciò che davvero ci appartiene non può essere toccato o portato via.

Stilpone ci sfida a riflettere sulle nostre relazioni con le cose e le persone, liberandoci dall’attaccamento e trovando la vera ricchezza e felicità all’interno di noi stessi.

Sviluppando una consapevolezza interiore e coltivando valori come la gratitudine, l’amore e la gioia, possiamo superare l’aleatorietà del possesso e abbracciare un senso di pace e serenità indipendente dagli eventi esterni.

Scegliamo di vivere al di là delle limitazioni del possesso e dell’attaccamento, abbracciando la libertà e la gioia che derivano dalla nostra interiorità.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

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