La solitudine dei numeri uno
Come ho già raccontato in altri articoli di questo blog, e nel mio libro “Il cercatore”, le gare di endurance sono state fondamentali per avviare il mio percorso di introspezione, studio e miglioramento continuo.
Gli allenamenti sono infatti molto impegnativi sia da un punto di vista fisico che da uno mentale, perché si resta molto tempo soli con se stessi, in compagnia dei propri pensieri, in un modo che la vita di tutti i giorni difficilmente consente. Lavoro, casa, amici, tv, libri, sport… tutto ci distrae da un’introspezione completa.
Invece quelle dure condizioni mi hanno permesso riflettere su molte cose, con il giusto tempo. Soprattutto sull’interazione corpo-mente e sull’enorme potere che il cervello ha nel farci agire o reagire.
Per questo ho poi approfondito tali tematiche attraverso lo studio di psicologia, filosofia, neuroscienza e ipnosi. E soprattutto mi sono lanciato in moltissime esperienze differenti, attraverso le quali ho appreso le lezioni più importanti per bilanciare i diversi ruoli della mia vita: professionali, sportivi e privati.
È così che è nato il progetto “La solitudine dei numeri uno”, dedicato a chi si trova in una posizione apicale (in azienda, come nello sport o altri contesti) ed è sottoposto alla pressione dell’impatto che ogni sua decisione ha su persone e situazioni da lui/lei gestite.
Trainer one-to-one
Vediamo se ti riconosci in questa descrizione.
Quando ti scontri con un evento che genera una particolare difficoltà da gestire, ti ritrovi sola/o: non puoi condividere quanto stai affrontando con i dipendenti o collaboratori, perché il tuo ruolo richiede che affronti tale criticità come leader, senza riversarla su di loro; né vuoi mostrare con colleghi o altre figure apicali che stai affrontando una difficoltà. Infine, potresti non voler far preoccupare amici e parenti, rinunciando a condividere la questione anche con loro. Il risultato? Sei sola/o.
Per affrontare nel modo giusto tali eventi io propongo di avviare un percorso di DIALOGO INTERIORE.
Tutto parte dall’accettazione dell’evento. Di fronte a questo puoi infatti decidere di AGIRE o di REAGIRE.
Se accetti quello che ti è successo, allora AGISCI e affronti la situazione, trovando il modo migliore per gestirla o ricavarne un’opportunità. Se non accetti l’evento invece non puoi fare altro che REAGIRE, generando solo ulteriore negatività dentro di te.
Certo l’accettazione non è facile, e a chiarirlo sono proprio le neuroscienze, che spiegano il funzionamento del nostro cervello. Questo potentissimo organo energivoro è infatti programmato per consumare il minimo ottenendo il massimo risultato. Per farlo traccia degli assunti che consentono di mettere il pilota automatico, per così dire, risparmiando energia. Ce ne accorgiamo per esempio ogni volta che torniamo a casa guidando l’auto, e arriviamo senza quasi esserci accorti della strada fatta. Le azioni che ripetiamo quotidianamente le facciamo spesso in automatico, mentre la nostra mente è concentrata su altro.
Insomma il nostro cervello ci tiene automaticamente nella confort zone. Sta a noi scuoterci e avviare un meccanismo di azione, anziché di reazione.
Con “La solitudine dei numeri uno” e la mia esperienza, posso supportarti nella realizzazione di un dialogo interiore, per affrontare ogni impegno nel modo migliore e cogliere opportunità in contesti sportivi, professionali e personali. Un percorso dedicato e personalizzato sulle tue esigenze e necessità, che ti permetterà di ritrovare l’equilibrio tra tutti i tuoi ruoli e gestire al meglio imprevisti ed eventi complessi.
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