tradimento

Essere traditi, rinnegati ed abbandonati è un’esperienza che non ha a che fare esclusivamente col divino

La tematica del rinnegamento e dell’abbandono, così profondamente radicata nella condizione umana, si riverbera attraverso le epoche, assumendo una risonanza universale che va oltre il contesto religioso, toccando il cuore stesso dell’esistenza terrena. Queste esperienze, lungi dall’essere confinate alle sfere del divino, trovano una loro dolorosa eco nella vita di ciascuno di noi, delineando un percorso di sofferenza, ma anche di potenziale trasformazione.

Il riferimento alla “Notte del Getsemani” evoca il momento di estrema debolezza e solitudine vissuto da Gesù prima della sua cattura, un’esperienza di smarrimento e appello disatteso che, in qualche modo, trova corrispondenza nelle notti oscure dell’anima che ognuno di noi può aver sperimentato. Quante volte, infatti, ci siamo trovati a invocare una presenza, un ascolto, una comprensione che sembravano irraggiungibili, confrontandoci con il silenzio assordante dell’indifferenza o con l’amara consapevolezza di una fiducia tradita?

Eppure, proprio come l’esempio di Gesù ci insegna, c’è una strada che porta oltre il dolore della tradizione e dell’abbandono, una via che non nega la sofferenza, ma la attraversa per trasformarla. Accettando la realtà del tradimento e del rinnegamento, non come un destino ineluttabile ma come una fase di un percorso più ampio di crescita personale, si può scoprire una forza insospettata, una resilienza che consente di affrontare e superare le prove più ardue.

In questo viaggio attraverso la notte oscura, l’approccio atarassico, ovvero la capacità di vivere senza lasciarsi sopraffare dalla smania di possedere, dall’attaccamento o dal bisogno di controllo, può offrire una bussola preziosa. Vivere l’esperienza del tradimento e dell’abbandono con una tale disposizione d’animo significa aprirsi alla possibilità di una rinascita interiore, alla scoperta di un benessere profondo che scaturisce non dalla negazione del dolore, ma dalla sua integrazione e superamento. In questo senso, la resurrezione di cui parla il racconto pasquale diventa metafora potente di ogni rinascita personale che segue alla notte del dolore e della disperazione. È un invito a riconoscere che, anche nei momenti di maggiore smarrimento e solitudine, vi è la promessa di una nuova alba, di un risveglio all’essenza più vera e indistruttibile del nostro essere. La sfida che questo percorso implica è notevole, richiedendo un’incessante ricerca di significato, un costante sforzo di comprensione e accettazione, nonché la volontà di trasformare le ferite in punti di forza. È un cammino che invita a riconnettersi con la propria umanità in tutte le sue sfaccettature, accogliendo la possibilità di rinascere a una vita caratterizzata da un benessere complessivo, fisico e mentale, fedeli alla ricerca del mistero della vita in tutta la sua profondità e sacralità.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

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