OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Descriviti (davvero): un rito semplice per incontrare chi sei

Quante volte ti presenti con un nome, un lavoro, qualche ruolo… eppure senti che non è lì, che “tu” sei altrove? Questo esercizio è un invito a spostarti dal personaggio alla persona, dal rumore alla sorgente.

Nel mio percorso, tra sport di endurance, studio della mente, ascolto del corpo e pratica spirituale ho imparato che la chiarezza interiore non arriva da fuori. Si coltiva. E a volte basta una penna, un foglio, e il coraggio gentile di guardarsi dentro.

Perché descriversi (così)

Non ti chiedo di raccontare biografia, estetica o curriculum. Ti chiedo chi senti di essere, nelle stanze private del tuo animo. Quando lo scrivi, scosti un coperchio: sotto i ruoli affiora il testimone, la voce più autentica. Lì trovi centratura, direzione, pace.

Preparati come per un piccolo rito

  • Spazio: 10–15 minuti senza notifiche. Una sedia comoda, luce morbida.
  • Corpo: tre respiri profondi nella pancia (hara). Spalle giù, mandibola rilassata, piedi a terra.
  • Intenzione: una frase semplice: “Scelgo di incontrarmi con gentilezza, senza giudizio.”

Se emergono emozioni, lascia che passino come onde. Non serve capirle subito. Stai.

La pratica (scrittura a flusso)

Prendi carta e penna. Imposta un timer a 12 minuti. Scrivi senza fermarti, senza correggere, senza “fare bella figura”. Inizia con “Io sono…” e lascia che le parole escano. Se ti blocchi, ripeti “Io sono…” e riparti.

Domande possibili (scegline 2–3, non tutte):

  • Io sono… quando nessuno mi guarda.
  • Il mio corpo oggi mi dice… (sensazioni, energia, tensioni, desideri).
  • Cosa sto proteggendo? Cosa sto evitando?
  • Cosa mi dà gioia senza tornaconto immediato?
  • Se togliessi un ruolo, cosa resterebbe di me?
  • Di cosa posso dire grazie, qui e ora?
  • Se il mio spirito avesse una bussola, dove punta oggi?

Non cercare frasi perfette. Cerca verità.

Dopo: integra mente, corpo, spirito

  • Mente (chiarezza): sottolinea tre parole che ritornano. Che tema raccontano?
  • Corpo (radicamento): una mano sulla pancia, una sul petto. Tre respiri lenti. Nota la differenza rispetto a prima.
  • Spirito (senso): chiudi gli occhi 60 secondi in silenzio. Chiedi: “Qual è il piccolo passo giusto per me oggi?” Scrivilo.

Riponi il foglio. Rileggilo dopo 3 giorni. Nota cosa resta, cosa cambia, cosa chiama.

Micro-pratiche di continuità

  • Quaderno del viaggiatore interiore: stessa pratica, 2 volte a settimana.
  • Vocale da 2 minuti su telefono: “Chi sono oggi, davvero?” Ascoltalo il giorno dopo.
  • Check del corpo (1 minuto, ovunque): respiro basso, spalle, mandibola. Lascia andare il 10% di tensione.

Se vuoi andare ancora più a fondo (7 giorni)

Ogni giorno, una sola riga:

  1. Oggi io sono…
  2. Il mio corpo mi chiede…
  3. L’emozione del giorno è…
  4. L’azione gentile per me è…
  5. Cosa lascio andare…
  6. Cosa scelgo di onorare…
  7. Di cosa sono grato/a…

Alla fine della settimana rileggi tutto. Vedrai un filo: è la tua voce.


Ricorda

Non c’è da “piacersi”. C’è da riconoscersi. Conosciti oltre la superficiale immagine che hai di te. È lì che inizia l’avventura interiore.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

Leggi anche