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Là dove guardi Vai Educare lo sguardo interiore per orientare la vita

Non parlo degli occhi fisici, ma del fuoco dell’attenzione: ciò che guardi dentro di te orienta i passi fuori di te. Dove volgi lo sguardo interiore, pensieri, immagini, parole, emozioni, lì scorre la tua energia, e ciò che alimenti con l’energia tende a crescere. È una legge spirituale che rispetta la nostra libertà: possiamo scegliere cosa nutrire.

Nella mia visione, lo sguardo interiore è una frequenza: quando lo orienti verso Amore, Gioia, Gratitudine e Perdono, entri in quel livello in cui gli esseri umani si riconoscono e si sostengono perché vibrano in risonanza benevola. Quando lo orienti alla paura, al controllo e alla fuga, il campo si restringe; le scelte diventano difensive, la vita si fa stretta.

La bussola: paura o amore?

  • Sguardo guidato dalla paura È iper-vigilanza: “cosa evitare”, “come non sbagliare”, “chi mi minaccia”. Riduce il futuro a un catalogo di pericoli. Le decisioni non nascono da libertà ma da contrazione.
  • Sguardo orientato all’amore È presenza: “che vita posso far crescere qui?”, “quale bene posso servire?”. Non è ingenuità: vede i rischi, ma li attraversa senza farsi colonizzare. Le decisioni nascono da ampiezza.

La differenza non è teorica; è fisiologica e relazionale: l’amore apre il respiro, dilata lo sguardo e rende creativi; la paura lo accorcia, restringe, ripete.

La fisica sottile dell’attenzione (come funziona davvero)

  1. L’attenzione seleziona la realtà. Ciò che guardi entra nel campo di coscienza e diventa ipotesi di azione.
  2. L’energia segue la direzione. A ciò che ripeti: parole, immagini, gesti e micro-gesti, consegni carburante.
  3. La direzione modella gli eventi. Col tempo, quell’orientamento influenza scelte, incontri, perfino il modo in cui interpreti i fatti: “lo sguardo colora il mondo”.

Questo non annulla la complessità della vita; ricorda che noi partecipiamo a come la vita ci accade.

Riallineare lo sguardo: un protocollo semplice

1) Arresto e respiro (60″) Mani sul cuore, 6 respiri lenti (5 in — 5 out). Micro-sorriso. Frase: “Posso scegliere cosa guardare”.

2) Domanda di verità (30″)Dove è puntata ora la mia attenzione? Paura/controllo o amore/possibilità?”

3) Traslazione gentile (60″) Sostituisci l’“E se… va male?” con “Anche se temo, posso fare questo primo passo”.

4) Immagine-ponte (30″) Evoca un’immagine di bene concreta (un volto, una scena di cura, un esito sensato). Non fantasy: realistica e vitale.

5) Azione minima (2–5′) Fai una mossa coerente (una telefonata, aprire un file, uscire a camminare 5′, un messaggio di gratitudine). L’azione fissa la direzione.

Quattro lenti per orientare lo sguardo (i pilastri)

  • Amore: “Che cosa fa crescere la vita qui?” → cura e confini chiari.
  • Gioia: “Cosa posso condividere oggi?” → una nota di leggerezza, un gesto gratuito.
  • Gratitudine: “Quale bene c’è già che non sto vedendo?” → tre dettagli specifici.
  • Perdono: “Quale peso posso lasciare ora?” → smetto di rimuginare 10 minuti, nomino un confine.

Pratiche quotidiane per educare lo sguardo

A) 3–2–1 Direzione (90″, 3 volte al giorno)

  • 3 respiri dal cuore.
  • 2 parole-guida (es. “cura” – “chiarezza”).
  • 1 gesto micro-coerente (un sì pulito, un no gentile, un grazie espresso).

B) Dieta dell’attenzione (5′) Sfoltisci una fonte di rumore (notifica, chat, feed) e aggiungi una fonte di nutrimento (natura, silenzio, pagina di diario). L’attenzione è terra: togli erbacce, semina bene.

C) Sguardo in cammino (10–15′) Cammina con respiro 3 passi inspiro / 4 passi espiro. Ogni sei passi: “Ti vedo. Ti onoro. Siamo famiglia.” A te, agli altri, al mondo.

D) Revisione serale (2′)

  • Dove ho puntato oggi lo sguardo?
  • Che cosa ha generato quell’orientamento?
  • Dove lo porto domani (una frase di 7 parole)?

Errori ricorrenti (e riallineamenti)

  • Confondere positività con negazione. Riallinea: guarda il reale intero: luci e ombre, poi scegli cosa nutrire.
  • Aspettare la motivazione per cambiare direzione. Riallinea: è la mossa minima che accende la motivazione, non il contrario.
  • Sguardo a zig-zag (frammentazione). Riallinea: tempi senza notifiche e un compito alla volta: lo sguardo si fa pieno.

Una settimana per cambiare rotta (piano minimo)

  • Lun: protocollo di riallineamento 3 volte.
  • Mar: togli un’“erbaccia” dell’attenzione (mute/uscita da un feed).
  • Mer: 3 grazie specifici detti a voce.
  • Gio: camminata telica 15′.
  • Ven: un atto di riparazione (se hai ferito, scusa + gesto).
  • Sab: mezz’ora di natura o silenzio intenzionale.
  • Dom: scrivi la tua frase-direzione (7 parole) e mettila in vista.

Mantra finale

Là dove guardo, vado. Scelgo di guardare ciò che fa crescere la vita: nell’Amore mi apro, nella Gioia respiro, nella Gratitudine riconosco, nel Perdono mi alleggerisco. Poi faccio un passo. E il mondo, passo dopo passo, risponde.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

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