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L’amore che libera, l’attaccamento che imprigiona

Se l’amore è davvero ciò che diciamo sia — illimitato, generoso, fluido, cosmico — perché allora lo risparmiamo? Perché lo vincoliamo a condizioni, a paure, a bisogni? Perché spesso, senza rendercene conto, chiamiamo “amore” ciò che amore non è.

Confondiamo l’amore con l’attaccamento.

L’attaccamento non è amore: è una strategia di sopravvivenza del nostro ego. Ci dice: “Ti amerò se mi renderai felice. Se mi rassicurerai. Se sarai come io ti voglio.” Mette condizioni, pretende risposte, chiede conferme continue. Si aggrappa. E dove c’è una presa, non può esserci libertà.

L’amore, al contrario, è libertà pura. È il moto spontaneo dell’Essere che si espande verso l’altro. È un’onda che nasce dal centro del nostro cuore e trabocca, senza pretendere ritorno, senza chiedere garanzie. È un atto di dono, non un contratto. Non dice: “Dammi ciò che mi manca”, ma: “Riconosco in te ciò che già amo, e lo onoro, senza volerne il possesso.”

Nel cammino spirituale e interiore, imparare a distinguere amore da attaccamento è un passaggio cruciale. L’attaccamento nasce dalla paura, dall’illusione della mancanza, dalla convinzione che senza l’altro non valgo, non sono completo. Ma questa è una grande illusione: nessuno viene a riempire i nostri vuoti. Possiamo solo imparare ad abitarli, a comprenderli, a guarirli.

L’amore, quello vero, non ci completa: ci riconosce interi. Non ci incatena: ci accompagna. Non trattiene: benedice la libertà dell’altro anche quando questo significa lasciarlo andare.

L’attaccamento è desiderio di controllo, bisogno di prevedibilità, ansia di conferma. L’amore è fiducia, coerenza interiore, apertura. L’attaccamento lascia ferite, crea dipendenze, genera rancori quando le cose non vanno come vorremmo. L’amore lascia gratitudine, anche dopo una separazione, perché è stato un dono, non una proprietà.

Nel nostro percorso di crescita personale e spirituale, ci è chiesto di osservare con onestà dove amiamo e dove, invece, ci attacchiamo. Di avere il coraggio di sciogliere i nodi che ci imprigionano e riconoscere l’amore come forza che non ci toglie energia, ma ce la restituisce.

L’amore autentico nasce da uno spazio interiore ampio, luminoso, in cui ogni parte di noi è accolta. Quando siamo in contatto con quella fonte, non abbiamo bisogno di afferrare, stringere, possedere. Possiamo finalmente offrire — presenza, cura, luce.

Ed è proprio in quel gesto disinteressato che scopriamo la vera potenza dell’amore: non è ciò che riceviamo dagli altri, ma ciò che siamo capaci di donare a noi stessi e al mondo, senza misura.

Il Cercatore

Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.

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