
Viviamo spesso divisi. Separati tra ciò che pensiamo e ciò che sentiamo, tra ciò che vogliamo controllare e ciò che desideriamo vivere pienamente. La mente, con la sua capacità di analizzare, prevedere, interpretare, ci è utile per muoverci nel mondo. Ma quando prende il sopravvento, quando si identifica con l’ego, crea l’illusione della separazione.
Divide noi dagli altri, la luce dall’ombra, la ragione dall’emozione, il corpo dallo spirito, l’uomo dalla natura, la vita dalla morte. Così nasce l’abisso.
Un abisso fatto di giudizi, paure, aspettative, controllo. Un vuoto che ci fa sentire soli, inadeguati, smarriti. La mente pensante costruisce scenari per difenderci, ma finisce per isolarci dalla verità più profonda: quella dell’unità.
Ma c’è un ponte. Un varco che non si apre con la forza della logica, ma con la forza dell’amore. Ed è il cuore a mostrarcelo.
Il cuore non ragiona: riconosce. Riconosce ciò che è vivo, ciò che è sacro, ciò che è vero. Riconosce l’altro come parte di sé, riconosce la ferita come occasione di trasformazione, riconosce nella fragilità la porta verso l’autenticità. È il cuore, sede dell’anima, che ci permette di attraversare l’abisso.
Attraversarlo significa integrare. Non eliminare la mente, ma farla tornare al suo posto. Non reprimere l’emozione, ma darle voce. Significa lasciare che l’amore diventi la forza che unisce ciò che è stato diviso, che ricompone, che armonizza.
Quando la mente e il cuore si risvegliano insieme — quando il pensiero si inchina al sentire, e il sentire si apre alla comprensione — vediamo la realtà con occhi nuovi. Non più frammentata, ma intera. Non più come un enigma da risolvere, ma come un mistero da abitare.
Scopriamo allora che facciamo parte di un grande progetto, che nulla accade per caso, e che ogni incontro, ogni sfida, ogni dolore ha senso dentro questo disegno più ampio. E che l’Amore è la forza più grande che abbiamo: non un’emozione, ma una vibrazione, un’energia che unisce, che cura, che eleva.
È tempo di riconciliarci con noi stessi. Di lasciare che il cuore guidi la mente, e che la mente si metta al servizio del cuore. Di costruire, dentro di noi, quel ponte che ci permette di attraversare ogni abisso.
Perché non siamo qui per restare divisi. Siamo qui per ricordare che siamo Uno.